Relazione in stallo

Sono fidanzata da circa 4 anni con un ragazzo poco più grande di me e fin da subito abbiamo fatto progetti e soprattutto lui mi ha manifestato i suoi desideri per il futuro. Purtroppo, nonostante alcuni traguardi raggiunti in questi anni, lui non trova un lavoro degno di questo nome e nel tempo ha anche rifiutato diverse proposte, criticando la distanza o il tipo di lavoro o lo stipendio ecc ecc. Anche poco tempo fa ha lasciato un lavoro (il quale era per una famosa azienda e probabilmente sarebbe diventato a tempo indeterminato, benché faticoso) per un altro, perché sembrava migliore ma poi lo hanno liquidato dopo 2 settimane. Entrambi abbiamo situazioni familiari molto negative, non siamo mai andati d’accordo con i nostri genitori e la convivenza con loro contribuisce a creare numerosi disagi, specie per me che ho una vita con orari e esigenze completamente diverse dalle loro.

Parliamo da anni di convivere ma alla fine siamo sempre qui, allo stesso punto. io sarei anche disposta a mettere in campo le mie risorse e usare il mio stipendio ma più andiamo avanti e più temo che sarebbe un peso per lui ma anche un grosso rischio dato l’atteggiamento di lui; lo dico anche con un minimo di egoismo perché ammetto di non aver mai avuto nulla nella mia vita e ora che posso averlo da sola ci penso sopra parecchio. Le famiglie non ci aiuterebbero mai, non abbiamo case di proprietà e quindi dovremmo per forza affittare un appartamento, però, date le nostre esigenze lavorative, ci troveremmo a spendere troppo per le mie tasche se lui non lavora; non potrei infatti nemmeno prendere un appartamento da sola per gli stessi motivi.

La situazione in casa mia è abbastanza deprimente, io lavoro tanto e dover sempre programmare tutto nel dettaglio, impiegare tempo e risorse per andare da lui o vederci fuori inizia a farmi star male o aumentare il mio stress. Tra l’altro finiamo molto spesso per mangiare fuori perché in casa sua non è possibile fare diversamente e quindi spendiamo molti soldi. Non so più che fare, ho provato mille volte a cambiare la cosa, a parlarne, ma non è cambiato quasi nulla…cosa devo fare? Forse lui non vuole realmente e così tanto convivere? Vedo continuamente amici, parenti e conoscenti che riescono a fare tutto anche se con sacrifici, che trovano nuove strade e provano esperienze mentre a me non succede mai nulla sebbene io mi impegni tanto; sto arrivando a pensare che quando otterrò qualcosa probabilmente nemmeno me lo godrò più. Che tristezza.

da: Alissa

9 Commenti

  1. ciao Alyssa, leggendo il tuo post e le tue risposte non mi è chiara una cosa: ma il problema sono principalmente i vostri genitori o il fatto di voler andare a convivere?
    Sembra quasi che tu cerchi la convivenza per sfuggire da questa situazione opprimente creata dai tuoi/suoi genitori. La convivenza inizialmente potrà darti una boccata di ossigeno se il problema sono i genitori, ma … se voi non andate, se fra di voi quella chimica e quella passione iniziale non c’è più, potrà solo farvi peggiorare e farvi rompere.
    Se invece volete convivere perché volete creare la vostra famiglia, coraggio. Potete farcela. Ci sarà da “tirare la cinghia” sicuramente, ma se anche qui qualche lavoretto lo fa, sono sicuro che potete guardare di provare un affitto da qualche parte. Chiaro che se trova un tempo indeterminato è sicuramente meglio!
    Ragazzi, siete giovani, potete farcela se solo lo volete.

    • Sicuramente non voglio avere i miei genitori tra i piedi, cosa che mi crea e ci crea problemi di diverso tipo. Quando le cose vanno discretamente noi stiamo bene, quando vanno meno bene io sopporto ma poi arriva il momento della depressione e anche tra noi va male. Non abbiamo i nostri spazi, perdiamo tempo e risorse negli spostamenti, abbiamo poca intimità perché non siamo mai soli in casa ecc ecc…dopo 4 anni non si può sentire più questa storia! Se potessi andrei da sola intanto ma anche la mia situazione purtroppo, per quanto lavori, non è rosea. Mantenermi da sola sarebbe molto dura. Lui lavora la media di 2 mesi all’anno, io ho un tempo determinato, in estate sono quasi sempre senza stipendio e affittare una casa a queste condizioni non è molto fattibile perché raramente te lo concedono. A me viene più il dubbio che sia lui quello che non vuole buttarsi ecco perché ho scritto il post…io proverei comunque anche così, però è come se sentissi che lui non vuole perché poi sarebbe obbligato a accettare anche lavori molto molto umili.

      • Non esistono lavori umili. Qualsiasi cosa che ti da la possibilità di andare avanti va bene. Bisogna solo rimboccarsi le maniche e provare.

    • Lo so, lo dico dal suo punto di vista. Ad esempio ha lasciato un lavoro con una famosa azienda (dove ovviamente lavorava in produzione) perché diceva di essere in perenne ansia a causa del tipo di lavoro (una parte del lavoro era tipo catena di montaggio e naturalmente bisogna imparare a memoria dove sono i pezzi, come si fanno le bolle ecc. ecc.).
      Era un lavoro che prima facevano in più persone e poi volevano mettere solo lui a farlo. Non so, questo è per dare un’idea della situazione. Ha ragione a non accontentarsi e a non voler essere sfruttato…però se una persona sta male nella condizione in cui sta, forse meglio resistere ma lavorare

  2. Grazie della tua risposta. Già in passato abbiamo fatto molti passi avanti e abbiamo parlato degli aspetti più importanti. Purtroppo non abbiamo le finanze per fare questo passo né per altri più piccoli. Io capisco il suo punto di vista sul lavoro e di certo non vorrei vivere accanto a una persona infelice. Però a 30 anni è difficilissimo vivere così con dei genitori che oltretutto non aiutano e che giudicano male. Altri genitori farebbero carte false per i figli.

    • Ma posso chiederti il motivo perché non vai d’accordo con i tuoi genitori, ai mai provato a parlare con loro e dirgli veramente quello che pensi davvero, sfogarti e dirgli i tuoi sentimenti i tuoi problemi e le tue paure.
      Provaci, chi lo sa, magari loro nel profondo del cuore ti vogliono un gran bene ma non sanno come dimostratelo. Parla con loro, così piano piano si costruisce un rapporto e tu impari a conoscere loro e loro imparano a conoscere te.

      • I miei genitori mi hanno sempre vista e trattata come “una persona da mantenere” e quindi “una loro proprietà”. Non sono mai stata libera di fare nulla, dal loro punto di vista avrei dovuto rendere conto a loro di ogni cosa fino all’età di 27-28 anni ma per fortuna io mi sono sempre sottratta a questa loro petulanza, seppur con litigi e discussioni. ho almeno avuto la fortuna di poter studiare fuori sede e pertanto non ho vissuto con loro per circa 6 anni.
        Non ho mai chiesto loro nulla se non ciò che era indispensabile per la mia formazione/studio e ho sempre fatto la mia parte lavorando ogni tanto durante l’università e cercando di mantenermi in corso; non siamo ricchi ma di certo nemmeno messi così male, anzi, eppure hanno sempre storto il naso quando volevo ad esempio andare fuori per studiare la lingua o per fare il dottorato. Non mi hanno mai spinta o stimolata, fatta sentire approvata, al contrario mia madre mi ha sempre e solo criticata, arrivando persino a giudicarmi un fallimento per aver preso un 26 a un esame (il resto tutti 30 o 30 e lode).
        Insomma, questi sono loro e non mi aiuteranno mai, sia perché non vogliono che io me ne vada di casa, sia perché anche se lo facessi dovrei farlo alle loro condizioni e altre cose simili. Parlare ancora non servirà a nulla.

    • Lo so, lo dico dal suo punto di vista. Ad esempio ha lasciato un lavoro con una famosa azienda(dove ovviamente lavorava in produzione) perché diceva di essere in perenne ansia a causa del tipo di lavoro (una parte del lavoro era tipo catena di montaggio e naturalmente bisogna imparare a memoria dove sono i pezzi, come si fanno le bolle ecc ecc).
      Era un lavoro che prima facevano in più persone e poi volevano mettere solo lui a farlo. Non so, questo è per dare un’idea della situazione. Ha ragione a non accontentarsi e a non voler essere sfruttato…però se una persona sta male nella condizione in cui sta, forse meglio resistere ma lavorare

  3. Ciao Alissa, mi dispiace davvero per tutto quello che stai passando, quello che posso dirti sinceramente prendentevi una pausa di riflessione, cioè rivedete il vostro rapporto, magari forse non siete pronti per andare a convivere.
    E’ un passo troppo affrettato, magari non siete fatti l’uno per l’altra, la convivenza si da un lato è bello ma non è semplice da gestire. Il consiglio che ti posso dare rivedete il vostro rapporto e pensateci bene su cosa volete davvero, questo è solo un mio pensiero, poi può darsi che mi sto sbagliando, un bacione Alissa!

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