Ormai non so più che fare

Vi vorrei raccontare i miei pensieri, che mi turbano, in modo forse da avere consigli da persone che sono completamente esterne, con molta più esperienza.
La mia è una storia a distanza che dura da quasi un anno e mezzo, piene di difficoltà che fino ad oggi o abbiamo superato o aggirato. Lui è di Napoli, 25 anni, mentre io sono di Milano, 22 anni, e siamo praticamente due facce della stessa medaglia, a volte uguali ma altre volte l’opposto sia negli interessi che caratterialmente.

Ma prima di passare al mio problema, devo fare una premessa su me stessa: con mio padre che mi ha abbandonata, mi fu diagnosticata una forma di depressione acuta nella fase pre e adolescenziale. Per descrivermi al meglio in quel periodo: la classica ragazzina che andava più o meno bene a scuola, senza eccellere, che socializzava superficialmente a scuola per poi tornare a casa e chiudersi in camera sua, aspettando il passare del tempo, senza particolari passioni, senza prendermi minimamente cura di me stessa e senza dare una mano in casa.
Cominciai a lottare solo 3 anni fa, iniziando a fare l’animatrice turistica. Nemmeno io credevo di arrivare fino alla fine, ma quei mesi in villaggio mi cambiarono, a partire dalla mia visione di me stessa, scoprendo lati del mio carattere e talenti che pensavo di non avere (nonostante le difficoltà). Quindi cominciai molto lentamente a cambiare, migliorando pian piano la qualità della mia vita e anche a fare quel che era giusto per me.

Veniamo alla mia relazione: lo conobbi un anno e mezzo fa proprio in villaggio, ed era un mio collega. Non mi ci volle molto per capire che anche quel ragazzo dentro di sè aveva vissuto, o stava vivendo (come più tardi scoprirò), le mie stesse difficoltà. Iniziammo a parlare, poi a stuzzicarci e il resto è storia. Per il primo anno, la relazione sembrava un sogno perchè, oltre ad avere i miei primi successi agli esami universitari, avevo un ragazzo che stra-vedeva per me e che nella sua gioia di stare con me, come io per lui, ci davamo forza a vicenda.
Una volta però finita la fase a mille cuoricini, lui fu il primo ad avere paure e incertezze. Non avendo avuto supporto da parte della sua famiglia, aveva cercato con le sue forze di realizzarsi nel suo sogno… al momento senza ancora riuscirci. Ciò gli ha dato la paura e l’ansia di non riuscire a realizzarsi, anzi è fermamente convinto di non riuscirci nonostante lui continui a tentare nonostante stia creando dei piani B, e di conseguenza ad avere un futuro con me.
Io ho fede e non mi deve dimostrare nulla, so che è uno che si fà il fondo schiena. Forse per alcuni può sembrare troppo presto, ma è quello che sento.

Il fatto è che lo sento allontanarsi e, purtroppo soffro ancora di sindrome dell’abbandono, non è per me una cosa che facilmente sopporto. Per via del lavoro/studio ci sentiamo veramente pochissimo, a tal punto che il mio unico tempo libero è la sera tardi, che volentieri vorrei trascorrere con lui.
Se prima, una volta ogni tanto, mi inviava un messaggio durante la giornata (consapevole che gli avrei risposto non appena avevo quei 4 secondi liberi) e di rendermi comunque partecipe di piccole stranezze quotidiane, ora si limita solo a buongiorno per poi sentirci di solito direttamente la sera tardi. Se provo a prendere io l’iniziativa per sentirci di più si sente “addosso”, per di più ora vorrebbe che non ci sentiamo più ogni sera per avere i suoi sfoghi di stress (nonostante lui già lo faccia nel primo pomeriggio, senza farsi vivo con me quasi mai).
Col 2018 si sta avvicinando un periodo di stress (devo fare molti esami che non ho fatto per via del lavoro di animatrice, oltre alla questione di mio padre) e sinceramente vorrei averlo un po’ più vicino. Cerco di essere il più positiva possibile e di trasmetterne anche a lui, ma amici in comune mi dicono di portare pazienza perchè si sente angosciato che a quasi 26 anni ancora non si è realizzato … ma sono già quasi 4 mesi.

Inoltre c’è un’altra cosa che mi preoccupa: nella mia premessa, ho specificato che tipo di persona ero da ragazzina. Quelle che adesso chiamo brutte abitudini non sono ancora svanite, nonostante io mi sforzi ad eliminarle… in particolare parlo del occuparmi di me stessa e fare i mestieri in casa (dal momento che sono necessarie per una mia futura indipendenza). Sembra a volte che lui non li noti, oppure, come disse una volta, li avesse notati ma per lui erano troppo lenti. Questo mi diede da pensare, visto che interpretai come un suo modo per dire “che per lui ancora non gli sembravo abbastanza indipendente e responsabile nel prendermi cura di me stessa, figuriamoci nel prenderci cura a vicenda”.

Sinceramente sono molto preoccupata, sia per lui che per la nostra storia. Io gli posso anche tendere la mano o fare il primo passo, ma sono cose che si fanno in due. Lo vedo sempre frustato,e vorrei tanto vederlo più sereno, anche se la fonte del problema non dipende da me. Più che dargli sostegno non so cos’altro fare, visto che per via della distanza posso fare ben poco, come vorrei anche che lui fosse un po’ più cosciente dei miei cambiamenti.

da: Alexia

3 Commenti

  1. Ciao Alexia, per storia a distanza cosa intendi? Che vi vedete di tanto in tanto? Indicativamente in un anno e mezzo quanto tempo avete passato insieme (a contatto)?

    • Cercavamo di vederci circa 5/7 giorni nell’arco di 4/6 settimane (fatta ad esclusione dei due periodi estivi di animazione nei villaggi che eravamo a momenti conviventi). Ora con i nuovi impegni universitari miei e suoi lavorativi ci vediamo di meno. Il tempo non è moltissimo ma per ora non abbiamo molte altre scelte, anche se quando stiamo insieme sfruttiamo ogni istante possibile, però mi rendo conto che con questo poco tempo e la distanza è difficile vedere in tutto e per tutto il nostro quotidiano, e di conseguenza anche i miei impegni e sforzi nell’essere più autonoma e ordinata (l’ordine della camera equivale a quello mentale).

      • Hai detto bene. La distanza ti ha fatto vivere 3-4 mesi soltanto di relazione effettiva, reale. Pochi per costruire qualcosa, per conoscersi bene, per condividere se non tutto…un po’ di sé. E te lo dice uno che dopo una relazione di 3 anni (a distanza) non ha ancora capito completamente cosa sia andato storto…
        Trovatevi, se non si sposta lui fallo tu. Più spesso. Parlate, a quattrocchi. Il dialogo diretto e il contatto sono determinanti in questi casi. Dagli spazio, se ne sente il bisogno, ma metti in chiaro ciò che vuoi tu, ciò che ti aspetti da lui.
        Senza opprimere, senza insistere.
        Se ti vuole bene davvero non dovrai trascinarlo, ti seguirà.
        La distanza spesso diventa pretesto, scusa, motivo per chiudere ed evitare di impegnarsi, di mettersi realmente in gioco. Quindi è fondamentale ridurre quello spazio tra di voi che non è solo fisico ma anche mentale.
        E non farti troppi problemi per quelle che tu definisci “brutte abitudini”. Mettici impegno, costanza e ti accorgerai che puoi fare tutto. Per la casa, per te stessa.

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