Dolore da separazione dopo 9 anni e un figlio

Buongiorno a tutti,
non ho mai preso parte ad un forum attivamente, anche se ne ho usufruito da lettrice.
Ho deciso di scrivere per confrontarmi con chi sta vivendo o ha vissuto la mia stessa situazione.
9 anni fa mi sono trasferita da Milano a Roma per un colpo di fulmine. Ho lasciato tutto, un bel lavoro, la mia famiglia, amici e la mia amata danza orientale.
Per anni una storia d’amore da favola, che tutti ci invidiavano. Dopo 7 anni abbiamo un meraviglioso bambino, desiderato ed aspettato per 2 anni.
Io penso di aver camminato sul filo della depressione post parto per i primi mesi. E poi il tracollo … dopo 5 mesi e mezzo dalla nascita lui inizia una relazione con una sua collega (affettiva, ma non sessuale). Lo vengo a scoprire dopo 2 mesi e mi cade il mondo addosso. Reagisco in modo violento e cado in un vortice di sospetto, di ansia e di controllo. Dopo altri 2 mesi scopro che non ha interrotto completamente i rapporti con lei. Era completamente andato di testa per lei. Faccio talmente tanto casino che finalmente “riesco a far interrompere” ogni rapporto tra i 2. Lui, il classico bravo ragazzo, idolatrato da tutti perchè non aveva mai fatto nulla di male. Lui sembra rinsavire e decidiamo di riprovarci. Lui però sembra comportarsi (e velatamente lo ammette) come se fosse quello da riconquistare. Io ferita nell’animo, mi sento in diritto di essere corteggiata, coccolata, risanata… ma lui non fa niente per aiutarmi. Nei 2 anni successivi, ci allontaniamo sempre di più. Io lo sento sempre più distanza fra noi. Lui inizia a dirmi che ha bisogno di sentirsi amato che ha bisogno di tenerezza, io non riesco a causa della sua distanza. Lui va al lavoro e quando torna è completamente estraneo a tutto ciò che riguarda me o il bambino. Fino ad un mese fa, quando lo scopro a scrivere ad una ragazza su facebook alle 06 del mattino.
Ora è un mese che ci siamo lasciati, lui continua a frequentare questa ragazza e io mi ritrovo nella sua casa, in una città non mia, solo per permettere a mio figlio di continuare a frequentare il padre e non toglierlo dal suo “nido”.
Lui mi ha finalmente detto la verità, che non stava più bene e che vuole essere felice.
Io mi sento morire ogni secondo dell’ultimo mese. Mangio ogni 4 giorni, non dormo, non riesco a concentrarmi su niente, faccio il minimo per tirare avanti.
Pensavo saremmo morti insieme, che nonostante le difficoltà saremmo riusciti a superare tutto.
Pensavo che nostro figlio ci avrebbe visto invecchiare insieme e dire agli amici che eravamo il suo esempio di famiglia.
Ad oggi rifletto sulla mia parte di responsabilità per la fine di questo rapporto e con tantissima difficoltà sto cercando di migliorarmi (ovviamente non in funziona sua, ma per me, il mio bambino e il nostro futuro). Riconosco la mia rigidità e le reazioni esagerate che ho spesso. Nonostante tutto spero di riuscire a limare i miei angoli troppo aguzzi.
Ma non riesco a vedere la fine del tunnel, mi guardo intorno e non posso accettare di non cucinare più per lui o andare a fare la spesa insieme. Mi trovo a dover fare tutto da sola e mi manca ogni cosa.
Spesso ho dei principi di attacchi di panico che cerco di tenere sotto controllo, ma penso sia solo questione di tempo prima che prendano il controllo di me.
Mi chiedo come sia possibile che fino al giorno prima avessi una famiglia e lui era presente nella mia vita e oggi mi veda prepararmi per uscire con altri e non provare nulla.
Vorrei sapere quanto mi ci vorrà per svegliarmi e non sentirmi più così annichilita. Quando tornerò ad avere fiducia nel futuro.
Vorrei svegliarmi fra 5 anni e ricordare con distacco questo momento.
Quanto vi ci è voluto per superare un dolore così profondo?

da: chedy82

7 Commenti

  1. Mi dispiace per voi. Il mio consiglio lapidario è: impachetta tutta la tua vita e torna dalla tua famiglia a Roma. Porta con te il bambino (si abituerà velocemente alla nuova vita, a loro basta in primis stare con la mamma, il papà inizia ad esistere in un secondo momento). Inizia gli a parlare di separazione e mantenimento. E soprattutto torna a ballare!

  2. Cara Chedy82 e tu ti preoccupi ancora di lui? Ti preoccupi che deve vedere il figlio quando lui non si è minimamente preoccupato di te e di tuo figlio. Parlo in questi termini perché ho vissuto anche io una storia simile. Per lui mi ero trasferita in Sicilia, lasciando la mia bella Toscana, per lui avevo stravolto la mia vita, ma a lui di tutto ciò non è interessato nulla. Ho scoperto che aveva una relazione con una sua dipendente (lui ha 3 negozi), il pollo si è fatto fregare dall’amante interessata ai suoi soldi e non certo a lui e dopo tre mesi voleva ricominciare con me.
    Naturalmente non l’ho rivoluto, e lui ora soffre, soffre per la lontananza dei figli (2 gemelli), soffre perché io lo ignoro, dice che preferirebbe che lo odiassi, almeno seppur in negativo lo penserei. Per fortuna sono economicamente indipendente, e da lui non voglio nemmeno aiuti economici. I miei figli adesso hanno 12 anni conoscono il motivo della mia separazione, e quando saranno grandi giudicheranno da soli il comportamento del padre.
    Sono passati anni da quando è successo tutto questo a me ed è vero che all’inizio non è stato facile però secondo me allontanarsi dall’ambiente è una cosa importante. Io in 24 ore ho lasciato la casa e sono tornata a casa.
    Dopo molti anni io ho ancora rapporti con i miei suoceri, loro vengono spesso a trovare i nipoti, sono brave persone e non hanno mai ripreso il discorso del mio matrimonio. Solo all’inizio mi hanno chiesto scusa.
    Il mio ex invece ha perso tutti i negozi, è tornato a vivere con i suoi, se vuole venire a Firenze (viene pochissime volte) deve chiedere i soldi ai suoi… A distanza di anni maledice ancora il giorno in cui ha iniziato relazione con la sua dipendente…
    Ti consiglio se ne hai la possibilità di allontanarti dal posto in cui vivi adesso tornatene a Milano. E se lui tornerà e sei intenzionata a perdonare fagli pesare questo perdono…

    • Posso capire che si è comportato male, ma allontanare i figli mi sembra molto egoistico.

      • Solo chi ha vissuto questa situazione può parlare. Mi spieghi cosa ci facevo io in Sicilia? Non lavoravo, conoscevo poche persone ed ero sola. Prima di parlare per dover apparire per forza le buone di turno pensate…

      • Io ho un’amica separata che vive in una città che dista 800 km dalla sua e non ha lasciato la città anche se era sola perché il figlio è vissuto lì e non lo vuoleva traumatizzare ulteriormente. Ha trovato lavoro con tanto impegno e si è fatta dei nuovi amici con tanto sacrificio. Non c’è bisogno di vivere una situazione.. i figli sono sia della madre che del padre. Non sono una proprietà esclusiva. Poi che lui sia una pessima persona non mi permetto nemmeno di discuterlo o se comunque ci sono state cose che magari in questo contesto eviti di dire. Del resto siamo qui per esprimere pareri e non per apparire, e come hai tu il diritto di dire ciò che pensi ce l’ho anche io.

  3. Ho vissuto una storia simile alla tua. Noi di anni insieme ne abbiamo trascorsi 11.. Con un figlio che oggi ha 6 anni e mezzo. Vorrei dirti che un dolore così passa subito, ma non posso. Ci vuole tempo. “Quanto” neppure lo decidi tu.. ma finisce. Il cambiamento avviene dentro di te. Io neppure me ne rendevo conto. Continuavo a piangere e soffrire. Ma davvero una mattina mi sono svegliata ed ero una persona nuova.. Quella famosa molla era scattata. Non posso dire che tutto ciò non mi abbia condizionata nei nuovi rapporti. Ma adesso sono un treno in corsa. Fuggo via da quel dolore che tu racconti. Perché è stato così profondo che ancora oggi mi spaventa. Ma, stai tranquilla, è vero che ci si rialza forti! E si va avanti, che la vita è bella! Ti auguro una pronta felicità.

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