Andare o restare

Buon giorno a tutti, in momenti delicati della vita stranamente  stranamente a volte ci si rivolge ad estranei nel totale anonimato. Nel mio caso non perchè non trovi conforto da famiglia ed amici, ma perchè nessuno ha vissuto mai una situazione simile alla mia, e i consigli che ricevo, dati con tutto l’amore del mondo, li percepisco come il pensiero di qualcuno che non capisce a fondo la situazione e cosa si provi, in quanto non l’ha vissuta. Cerco quindi non risposte, non può darmele nessuno se non io, ma vissuti simili e come si è reagito, racconti in cui possa un po’ riconoscermi e che mi aiutino a trovare le mie risposte.
Sono una donna sposata da 3 anni. Io e mio marito siamo fidanzati da quando avevamo 18 anni e ora ne abbiamo 33. Siamo cresciuti insieme, e con tanta difficoltà siamo rimasti insieme in un’età complessa. Mentre tutti i nostri amici vivevano spensierati le loro esperienze, noi eravamo già praticamente marito e moglie. i primi veri problemi sono iniziati quando lui è andato a vivere da solo.

Lui si è laureato nei tempi con voti molto alti ed ha trovato subito lavoro, io invece stavo ancora studiando. I suoi genitori gli hanno comprato una casa dove credevano saremmo andati a vivere insieme, invece lui non mi ha voluta. Magari aveva ragione, effettivamente non lavorando non era il caso. Mandai giù il rospo. Non ho mai capito il perchè, ma non mi volle mai dare le chiavi di casa sua. Mandai giù anche questo. Mi lasciò per un po’ di mesi. Per poi ritornare e trovarmi ancora lì in sua attesa pronta a riprenderlo. A quel punto siamo andati a vivere insieme. E dopo pochi anni ci siamo sposati (non voleva nemmeno quello ho dovuto lottare). Mio marito è sempre stato un uomo un po’ chiuso e freddo, ma l’ho sempre trovato un uomo splendido, forte in gamba ambizioso e anche gentile quando vuole. Ho molta stima di lui. Ma con me purtroppo è un vero disastro.

Mi rendo conto a distanza di anni, che mi sono sempre accontentata delle sue briciole affettive. Non ho mai preso una decisione in casa perchè il più delle volte lui non è d’accordo con me, ed essendo di fatto questa di sua proprietà, se lui non vuole non si fa. E mando giù anche questo. Sono una bella donna, ancora giovane, sono intelligente e spiritosa, attraggo molti uomini ma lui in vita sua mi ha detto 3 volte quanto io sia bella per lui: al nostro matrimonio, e a due feste perchè era ubriaco. Non penso provi stima per me: quando gli espongo le sue mancanze (sempre con tono pacato e remissivo), lui mi dice che guardo troppo sex and the city, che sono una piagnucolona che non sa affrontare i problemi in modo maturo. Che ciò che io vedo come mancanze per lui non sono cose serie: la serierà è pagare le bollette le rate della macchina fare la spesa, ricordarsi di portare il gatto dal veterinario. e lui tutto questo lo fa. Ma affetto e calore molto moderati. Prima non gliene facevo una colpa e pensavo che avrei potuto compensare per tutti e due, in fondo so che mi ama. Ma è da un po’ che non basta più.

Che guardo le altre coppie che conosciamo da una vita, che guardo come i nostri amici guardano le fidanzate e come ne parlano e come le considerano. Capisco che ad oggi dovrei sentirmi più che fortunata ad avere un marito che paga le bollette non mi picchia e non mi tradisce ma questo dovrebbe essere il minimo sindacale. Sento che non sopporto più le sue mancanze, la sua tirchieria, il suo ignorarmi e il non ascoltarmi, non mi ascolta quando gli grido aiuto, quando gli chiedo disperatamente di non ignorare quello che dico.
L’estate scorsa in un momento di sconforto, quando lui in un momento di rabbia mi disse che ero vestita come una sgualdrina perchè avevo una gonna e delle espadrillas con la zeppa (bassa perchè non sopporta che metta i tacchi essendo più alta di lui). gli dissi che non ero più sicura di amarlo, in un impeto di rabbia mi ha sbattuta fuori casa con tutte le mie cose chiuse nei sacchi della spazzatura. caricai tutto da sola in macchina e me ne andai.

Dopo 3 gg mi chiese di tornare, ma io non me la sentii. Tornai dopo 2 mesi, in cui ovviamente lo contattavo ogni giorno. Un po’ per pressione dai suoi genitori, un po’ perchè mi mancava la mia normalità. Ma ormai sono passati 8 mesi e dopo un breve momento di serenità le cose vanno peggio di prima. Io non tollero più il suo approccio freddo nei miei confronti, e lui in reazione a questo è diventato ostile. In questi due mesi di quarantena ho cucinato pulito casa (ovviamente non in modo perfetto non sono brava nelle faccende ma comunque mi ci sono messa) gli ho sempre parlato con garbo e gentilezza, ma lui è un muro. E’ arrivato a rompermi delle cose, un orologio che era di mia nonna (magari non lo ha fatto apposta ) ed ha accartocciato e buttato per terra il tubetto di una crema ancora nuova solo perchè era poggiata sul comò della camera. Sono arrivata al limite. Ma quando sto per fare il passo, davanti mi passano tutti gli anni insieme, a volte lo guardo e intravedo l’uomo che stimo, ma quando lui guarda me vedo quasi odio. E’ colpa mia perchè l’ho ferito in qualche modo, con le mie pretese, magari facendolo sentire inadeguato e rifiutato. E’ colpa mia? Sto sbagliando? Dovrei andare via e rifarmi una vita serena o dirgli che lo amo e che farò qualunque cosa per renderlo felice, ma distruggendo per sempre la mia dignità e dimenticando i miei bisogni. Grazie a tutti

da: Lidia

3 Commenti

  1. Dalle tue parole emerge la soluzione al tuo problema. “non conosco altra vita se non lui”.
    La tua vita in qualche modo si è plasmata alla sua e tu non ti riconosci senza di lui, ma è questo il problema.
    Resti ancorata all’immagine di una ragazza troppo debole e dipendente e questo non facilita le cose.
    In fondo la colpa non è nemmeno di tuo marito ma della tua debolezza, non riesci a porre fine a qualcosa che forse … è già finita

  2. Cosa ti blocca davvero dal lasciarlo? La paura più che l’abitudine. Da una parte lo stimi ma lo ami davvero?
    Dalle tue parole emerge l’amara consapevolezza che non c’è più il vero amore ma non per copa tua, bensì sua.
    Ti sei trascinata fin troppo tempo, l’unica soluzione sarebbe quella di fare terapia di copia, ma non credo che il tipo accetterà di farla perchè lui no vede la crisi nella vostra coppia.

    • Grazie di cuore per la risposta.
      Beh hai ben inquadrato il soggetto, non è il tipo di persona che andrebbe mai in terapia nemmeno per se stesso figuriamoci in coppia. Io sono andata in terapia da sola ad ottobre, poco dopo essere tornata a casa. La domanda che mi hai fatto me la sono posta diverse volte, lo amo ancora? Io sono cresciuta con un forte valore del matrimonio e dell’unione matrimoniale, e della famiglia. Forse questo si potrebbe definire accanimento terapeutico, mi ostino a tenere in vita qualcosa che che forse di suo è già morta. Dichiarare il decesso significherebbe il crollo di un sogno. Ma sarebbe un sogno o un incubo? Saprà starmi vicino come ho bisogno nei momenti difficili? Durante una gravidanza, o per la perdita di un genitore?
      A causa del covid il mio lavoro è andato in crisi e potrebbe non riprendersi se ci dovesse essere una seconda ondata, non c’è stata da parte sua una parola di conforto.
      Ho molta paura però, talmente tanta che preferisco inconsciamente soccombere. Lui la crisi la vede, ma per lui è colpa mia, dice che qualsiasi cosa fa a me non va bene e che ormai ha rinunciato a capirmi. Ora come ora non mi parla granché, e sembra quasi mi odi.
      Con lui ho sempre l’impressione che sia io a sbagliare, e che non ho fatto/sto facendo abbastanza. Mi metto in discussione, ma lui no, ai suoi errori non pensa. Nella sua testa lui ha fatto tutto quello che doveva fare, ma che a me non basta mai. Da che ci siamo sposati ho cominciato a parlare concretamente di figli. Ma anche qui ho trovato un muro, lo so che li vuole prima o poi, ma anche in questo caso sono io che devo aspettare quando a lui va bene. Ho aspettato aspettato e sono passati 3 anni. Ora come ora ovviamente neanche se ne parla in questa situazione e anche in questo caso è colpa mia, perchè lui ci voleva provare alla fine dell’estate proprio quando io non sono voluta subito a casa (cosa che lui continuamente mi rinfaccia dicendomi che così facendo ho rovinato tutto). Cosa mi blocca? Non conosco una vita al di fuori di lui, non so dove inizia lui e finisco io. Ho paura della sofferenza che gli provocherei, e di quella che proverei io. Ho paura che non sopporterei la mancanza e il non vedere più la persona che mi è stata accanto per 15 anni. Forse dal di fuori non ha senso lo so.

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