Repulsione verso le crisi sentimentali del nuovo millennio

Ciao a tutti,
scrivo inaspettatamente questa lettera perché ultimamente  sto riflettendo sulle relazioni sentimentali dei nostri tempi.
Tramite siti come questo vediamo ogni giorno situazioni di gente in crisi per via dei sentimenti.
Bene, mi vengono spontanee alcune domande:
– non so se questi siti funzionino così bene in veste di confessionale
– non so se abbiamo tutti ben chiaro la superficialità nei rapporti della nostra epoca.

Parlando con le persone anziane, i loro tormentoni sono: “ma come fanno i giovani di oggi ad avere rapporti tramite tutti quegli apparecchi?” (leggi: cellulare, internet, ecc) oppure “ai miei tempi non si perdeva tempo col cellulare, ma non vedevamo l’ora di vederci faccia a faccia!”
Alla luce di questi commenti che immagino avrete sentito talvolta anche voi, vi capita mai di riflettere sul concetto del “si stava meglio quando si stava peggio?”.
Ormai sono sempre più convinto che “tempi moderni” non sia sempre sinonimo di benessere, sapete?

Riflettete mai su quanto siamo oggi influenzati dalla tecnologia e della superficialità nei nostri rapporti?
Dico questo perché secondo me c’è un legame tra tutte queste crisi delle relazioni e il vouyerismo tecnologico. Le nostre vite, i nostri rapporti, ormai sono influenzati dal cellulare, dai social network, da internet…ma tutto questo non vi sembra che abbia ampiamente passato il livello della “utilità?”.
Non vi sembra che il concetto di usa&getta che caratterizza la tecnologia odierna abbia influenzato anche i rapporti umani, sentimentali?
Non vi chiedete mai per quale ragione ogni due anni presentano il nuovo Iphone? Che forse due anni prima non avevano la stessa tecnologia per poterlo realizzare? Perché facciamo in modo che il business delle aziende influenzi le nostre vite a tal punto da modificarne gli aspetti, i rapporti, la qualità, facendoci credere che i loro prodotti siano assolutamente indispensabili nella nostra vita? E perché i nostri rapporti sono sempre più virtuali e sempre meno reali?
Perché sfogarci in siti come questo, manco fossimo tutti affetti da una nuova epidemia che necessita uno scambio di informazioni?
E come facevano i nostri genitori, i nostri nonni ad affrontare le crisi sentimentali senza cellulare, senza internet?
E ancora, osserviamo quanto siamo ormai schiavi di frasi fatte, aforismi, sdoganati dal web che il solo scriverli nella nostra pagina social ci fa sentire persone migliori?
Osserviamo che siamo stati capaci in questo nuovo millennio, di risolvere il tutto con frasi superficiali quanto questi stessi tempi pari a “si sa che l’amore può finire”, generalizzando, spersonalizzando in questo modo una relazione singolare tra due individui singolari e mettendola alla pari di un qualsiasi virus che ci siamo beccati ma che poi per fortuna ci è passato?
Ci rendiamo conto che le persone, il vissuto personale, non è paragonabile ad un virus? Che ci sono momenti che anche il ricordo di quella persona del passato che hai vissuto intensamente, può risalire in modo incalcolato e “violento”, lasciandoti pieno di pensieri. Perché siamo esseri umani dotati di una coscienza, e abbiamo rapporti con altri esseri umani dotati di coscienza. Perché il nostro vissuto non si cancella con un aforisma del web. Con un passaparola trendy.

Perché ho sempre più la sensazione che la tecnologia, che siti come questo, man mano saranno sempre più deleteri per l’essere umano?
Perché forse mi rendo conto che l’essere umano sta diventando sempre più dipendente da essi. Stupidamente.
Poiché in realtà non ne avrebbe affatto bisogno per risolvere i propri problemi esistenziali, anzi, mi sembra chiaro che la tecnologia sta partecipando insistentemente a complicare le nostre vite. Nuovi mezzi, nuovi problemi. In questo caso purtroppo la tecnologia sta favorendo la superficialità dei rapporti e delle persone stesse.

La mia generazione è l’ultima che ha vissuto l’analogico. Oggi tutti coloro che nascono con il digitale, con il cellulare in mano, e circondati dalla tecnologia per compiere qualsiasi azione…quale metro di paragone hanno? Che fine faranno i rapporti di AMORE tra le persone?
Perché l’amore usa&getta di oggi non lo si può considerare amore, suvvia. Soprattutto se paragonato al vero amore, quello granitico, che ci hanno insegnato i nostri nonni e genitori. Quello dove non esistono frasi tipo: “ho smesso di amarlo anche non se lo meritava”, ponendosi sempre in un piedistallo, come se dovessimo sempre trovare qualcuno di migliore. Cazzate, superficiali e ripulisci-coscienza. E chi le sostiene non è affatto migliore di qualcun’altro ma è semplicemente una persona superficiale.

Mi capita di parlare con (poche) persone assennate che la pensano come me, che si cancellano da Facebook perché lo trovano sempre più inutile, che si battono fino all’ultimo per stare cnsieme ad una persona affrontando i problemi di petto, che se hanno voglia di zoccoleggiare in giro non illudono nessuno.
Un atteggiamento ormai impopolare, che si riassume con “non cercare la colpa, trova il rimedio!”
Eppure siamo ancora una minoranza, e questo è pazzesco, perché fino al 1995 circa invece eravamo la maggioranza a pensarla così.
Poi è arrivato il cellulare, che abbinato ad internet ha spianato la strada verso questa superficialità, e poi Facebook e i social…insomma internet e il cellulare invece di favorire la nostra vita sociale al di fuori di essi…sono diventati essi stessi LA VITA SOCIALE!! E questo è allucinante secondo me…soprattutto perché alla maggioranza delle persone sta bene così, o forse non se ne rendono pienamente conto.

La tecnologia ci ha ormai assuefatti, abituati a questo tipo di comunicazione. Ma tutta questa influenza per me NON E’ sana, e ormai è evidente.
E rivolgersi ad un sito internet per chiedere sostegno psicologico secondo me è un chiaro segno di quanto stia diventando patologica questa società che si definisce “moderna”.

E voi che ne pensate?

da: J.J Bad

19 Commenti

  1. Innanzitutto mi complimento con tutti per aver partecipato ed espresso il proprio parere sull’argomento.

    Voglio pero sottolineare, che la mia è una analisi SOCIOLOGICA.
    Cioè che riguarda la società di oggi, e come la tecnologia possa averla influenzata, se positivamente o negativamente.
    Quindi escluderei da questo concetto il discorso del “dipende da come uno la utilizza”. Perché è ovvio che la tecnologia, nello specifico internet, è come una arma che può dare un risultato differente a seconda di come la si utilizza. La differenza la fa come è utilizzata DALLA MASSA.

    Fatta questa premessa secondo me sono due in particolare gli aspetti, relativi all’uso della tecnologia, da analizzare:
    – la globalizzazione
    – la privacy

    Personalmente ho sempre detestato il dover mettere in rete la mia faccia, i miei dati personali, ad uso e consumo del popolo bue.
    Ad esempio non capirò mai perché se voglio entrare nella mia casella mail, o in un qualsiasi altro account “serio”, mi si chiede se per caso io voglia fare il login direttamente tramite l’account di Facebook.
    Allora stabiliamo ufficialmente e ad un livello altrettanto “serio”: Facebook è una piattaforma con una sua autorevolezza e tutela, oppure è un giochino per troll e perditempo?
    Visto che sempre più aziende utilizzano Facebook come piattaforma pubblcitaria, perché non renderlo definitivamente una piattaforma seria?
    E se gli si vuole dare una autorevolezza, come mai è possibile registrarsi ad esso con un semplice nickname non rintracciabile? Come mai non obbligano a registrarsi con nome, cognome e codice fiscale se vogliono dargli una autorevolezza?
    E’ semplice, perché giocando su questa ambiguità Facebook è diventato ciò che è diventato.
    Mo però è ora di basta!

    Non prendetemi per bacchettone ma secondo me ogni cosa ha un suo bel perché.
    Mi spiego, voglio premettere che sono sempre stato appassionato di tecnologia fin da piccino, ho cominciato ad innamorarmi di internet quando ancora ci si poteva accedere con la sola linea telefonica a 56K, la banda larga non esisteva.
    Ho cominciato ad avvicinarmi alle chat dai tempi di IRC, e non di certo perché mi mancassero amicizie o vita sociale, ma solo perché mi affascinava il poter comunicare con gente lontana da me, magari dall’altra parte del mondo.
    Però la differenza, e questo è il punto fondamentale, è che su quelle chat NON C’ERANO FOTO, NON C’ERANO PROFILI PERSONALI, NON C’ERANO DIARI E NEMMENO POSSIBILITA’ DI AGGIUNGERE UNA SEMPLICE IMMAGINE.
    Erano chat completamente testuali, dove certamente si utilizzava un nickname, ma lo utilizzavano tutti, alla pari, per cui le “armi” da sfoggiare erano uguali per tutti. Non si poteva fare a gara a chi postava le foto più cool, o chi faceva la vita più mondana.
    Si era semplicemente tutti uguali. E tutti nickname senza una faccia. Questo è ciò che io intendo per virtual-democratico.

    Facebook non è democratico, perché pretende di trasferire TUTTO il proprio mondo reale in una dimensione virtuale, è fatto apposta per questo scopo, per cui non tutti gli utenti registrati si affidano alla stessa netiquette.
    Non so se mi spiego, ma voglio farvi un esempio pratico.
    Nelle pagine commerciali delle aziende su Facebook, la gente si permette di scrivere qualsiasi cosa, di rompere le palle, di insultare. Ma a voi capita così spesso di entrare in un negozio ed insultare i commessi?
    Perché il paradosso è proprio questo.

    Tutta questa premessa per dimostrare che non è vero che dipende dall’intelligenza di chi lo usa, perché FB, internet, sono ormai considerati strumenti sociali, che influenzano la società, quindi bisogna analizzare che impatto hanno nei confronti della società, a quali conseguenze portano, più che analizzare come li utilizza Tizio o Caio singolarmente.
    Per questo vogliono farci credere che internet sia la globalizzazione, ma non è affatto vero!
    Se così fosse non ci sarebbero popoli che odiano altri popoli, e che vogliono mantenere le proprie tradizioni, non ci sarebbe gente anonima che insulta le aziende sul web.
    E’ una balla commerciale che ci raccontano quella della globalizzazione, e internet è uno specchietto per allodole in questo senso.
    Ma poi globalizzazione, scavalcare la privacy, significano un popolo di gente che passa più della metà delle proprie giornate a leggere uno schermo di cellulare? Questo significa? E chi ci guadagna? La società no di certo.

    Quindi tutti gli esempi di persone che zoccoleggiano su internet, che vogliono dare una immagine di se falsa o superficiale, che vogliono coprirsi di belle frasi, di aforismi e motti, che scambiano fidanzati come le figurine…non sono soltanto degli artefici cari miei, ma sono soprattutto vittime. Vittime di un mezzo, di una arma, che molto più facilmente della televisione può influenzare la società negativamente. subdolamente, pretendendo di sostituirsi alla realtà.
    E il brutto è che ci caschiamo tutti, chi più chi meno, anche io che scrivo queste cose, pensate che non utilizzi internet o whastapp (Facebook no perché lo odio proprio)??
    E cosa dire allora dei miei amici che, nonostante sappiano che sono contrario a registrarmi su FB, insistono affinché lo faccia? “dai, così ci scambiamo un po di cazzate!” Ma dico, non basta whatsapp?? Non basta andarsi a bere una birra insieme, soprattutto?? Basta con tutti sta comunicazione virtuale,ì. BASTA. Limitiamola un po! Torniamo in noi!!
    Siamo tutti inevitabilmente influenzati da questi mezzi che persone dai quarant’anni in su sanno benissimo che sono inutili perché creano una dipendenza da qualcosa che prima non esisteva.
    E’ vero, internet e il cellulare sono utilissimi sotto alcuni aspetti, il problema è che l’essere umano quando si trova ad avere a che fare con un elemento ludico dalle potenzialità infinite spesso e volentieri NE ABUSA.
    Non molto differentemente dall’abuso delle droghe. Solo che è più facile fare gli educatori con le ovvietà, come mettere la foto di un malato di cancro in un pacchetto di sigarette. Decisamente meno facile è vendere un cellulare con un adesivo con scritto “può nuocere gravemente alla qualità della tua vita”, o pubblcizzarlo ovunque con un simile slogan.

    Eppure una volta non c’erano internet e cellulare ma campavamo benissimo lo stesso.
    Ci vorrebbe soltanto il giusto compromesso. E per queste cose non basta mai il buonsenso della massa perché buonsenso la massa non ce l’ha. Non l’ha mai avuto.
    Quindi andrebbero imposte delle regole, delle tutele, definitivamente.

  2. Salve, trovo la discussione molto interessante. Concordo con Mau quando dice che la convenienza ed i rapporti usa e getta sono sempre esistiti perchè credo che dipendano dalla natura dell’uomo. Poi sicuramente l’avvento dei social networks ha amplificato il tutto ed ha reso possibile scoprire tradimenti, relazioni clandestine,esibizionismo ecc. La tecnologia è uno strumento e ciò che fa la differenza è come viene utilizzato,l’uso che ne facciamo. E se ne fa un uso pessimo attualmente. Resto basita da persone che dopo una lunga relazione (parlo di anni ed anni insieme) lasciano il proprio partner ( la nuova moda sempre più utilizzata è quella di lasciarlo solo quando già tengono in caldo un’altra persona) e subito, una delle prime cose che fanno è sbandierare la nuova relazione ai quattro venti con tanto di foto su facebook. Ma io mi domando come si fa, spesso non ci si dà il tempo neppure di metabolizzare la rottura e subito avanti un altro, proprio come si fa con un oggetto che si è rotto e non serve più. Attualmente per le persone ed i sentimenti mi sembra che si applichi lo stesso ricambio che si applica agli oggetti usati ed inutili. Penso anche che questo accade perchè c’è molta solitudine, a dispetto del progresso, molte persone non sanno più stare da sole ed anche i social networks spesso vengono usati come rimedio a questa solitudine, basti pensare che ogni anno aumentano sempre più gli utenti che cercano l’amore o una compagnia sulle varie chat.
    A volte mi sembra di stare in un supermercato, le persone non investono più sui sentimenti, ma ragionano secondo la propria convenienza. Peccato che il batticuore e la fase di innamoramento siano temporanei e dopo che facciamo? Avanti il prossimo? Mah. Ovviamente non voglio generalizzare, ma questo è l’andazzo.

  3. E scusatemi per gli orrori ortografici ma sto stramaledetto tablet col t9, che non riesco a togliere, scrive quello che cavolo gli pare.

    Comunque già che ci sono aggiungo, rimanendo il tema di tecnologia, sono schifata da quanti porci, maniaci e pedofili si trovino on line.
    Che buona parte del genere femminile si sia rincoglionito a suon di selfie ormai è un dato di fatto.
    Tutte a mettersi in vetrina con pose ammiccanti (manco fossero meretrici di mestiere) e sta cosa mi fa girare le scatole a mille perché vanificano anni di lotte femministe, ma vabbè…vanità e stupidità vanno di pari passo.

    Ma di quante di merde di uomini contattino ragazzine sui social con la speranza di portarsele a letto vogliamo parlarne? (No perché si va fuori tema). Però non dimentichiamoci che sti social hanno contribuito pesantemente alla diffusione di una piaga schifosissima che è la pedofilia.

    Quindi io sono per il togliamo tutto di mezzo e torniamo all’uso della parola, del telefono fisso e della carta e penna, in barba alla tecnologia e dei social addict.

    • Concordo in pieno con te Mau, sia da un lato per quanto riguarda la visione della tecnologia e la modernità, sia dall’altro per quanto riguarda la visione dell’amore.

      • Anche io sono d’accordo con te Mau, ma non si può tornare indietro.
        Come puoi? E’ impossibile dai.
        Credo che l’unica soluzione fattibile oggi sia semplicemente limitare l’uso dei social network: seguire poche pagine, scremare le persone, mantenere solo i contatti più fedeli e aggiornare una tantum il proprio stato (non OGNI giorno e nemmeno OGNi settimana). Oggi è diventato tutto un puttanaio.
        Io avevo Facebook quando era appena uscito, ed era molto, ma molto diverso!
        L’idea è buona è l’uso che ne fanno le persone che non va bene. Idem con Instagram.

        E poi lo so che è illusorio, ma io con -solo- Facebook ho conosciuto tante persone (dal virtuale al reale) che mi hanno permesso di crescere e maturare in tante cose. Certo, la maggior parte di questa è nata e finita lì, però mi hanno fatto crescere. E quindi ritorniamo al discorso usa&getta.

        Ma allora dove si può cercare la solidità delle relazioni e la certezza di un futuro?
        Mah

  4. I social sono la più grande macchina da soldi del creato.
    …ma io non regalo i miei dati personali, le mie foto e i miei affari alla rete. Che si fottessero.
    Niente Instagram, fb, Twitter e cazzate similari per me.
    Il cellulare è acceso solo durante la giornata per sentirmi coi miei cari e dopo data la buonanotte quotidiana ai miei genitori lo chiudo.
    Non lo uso se non per far foto a mia figlia e mandarle ai nonni.

    Uso di più il tablet per lavoro e per leggere o scrivere, ma non ne sono dipendente, anzi…spesso esco solo col portafoglio e le chiavi in borsa, tanto se mi cercano sul cell. è sempre per rompermi le scatole quindi più lo tengo spento e meglio è!
    blog del genere sono utili, la scrittura aiuta a guarire (indifferente se a mano o digitale), è una valvola di sfogo.
    Inoltre a me interessano le storie altrui, mi incuriosiscono e mi fanno riflettere.
    L’amore usa e getta è sempre esisto, cambia il contesto, l’epoca, i personaggi e i mezzi tecnologici ma le dinamiche e le porcate son sempre le stesse.

    • Ciao J.J.Bad d’accordissimo con quello che dici e meno d’accordo con quello che dice Mau.
      Il problema secondo me di tutta questa tecnologia e relazioni virtuali è, in primis, che tutto diventa fruibile più facilmente quando e dove vuoi. Tempo e spazio non sono più dei vincoli: questo può essere un vantaggio ma anche uno svantaggio. Il risultato è di non avere più una direzione certa, che si concretizza in una semplice parola: incertezza. Incertezza nel lavoro, nella carriera, negli amici, nelle relazione e sì, nell’amore. Per approfondimenti consiglio di leggere il saggio “società liquida” e “amore liquido” di Z.Bauman per chi è interessato. Sicuramente ha trattato questo argomento in maniera più scientifica e significativa. Un secondo problema è quello della memoria. Anche se noi proviamo a cancellare ricordi di una persona a noi stata cara, questi ricordi permangono sui social network. E quei ricordi, come dici tu, possono ritornarci in mente quando meno te l’aspetti. E fanno male.

      Non sono d’accordo invece con quello che dice Mau. Non è vero, l’amore usa e getta non credo proprio che esisteva una volta. Ma tu hai presente che oggi i giovani viaggiano a destra e manca, oggi sono in una città e domani in un’altra, cambiano studi e lavoro come non mai, si rifanno la vita e pure la vita sentimentale? E’ una conseguenza di un mondo che E’ e DEVE essere flessibile per essere sostenibile. La cosa in sé è anche positiva lavorativamente parlando, il problema è che poi rientrano anche i sentimenti. Ecco che tutto diventa meno solido e più liquido.
      Una volta non c’era la tecnologia, e lasciatemelo dire, eravamo anche più IGNORANTI. Chi è ignorante cerca sicurezza, stabilità, ha una mente limitata. Ci si accontentava, “SISTEMAVA”, ci si sposava da giovani, senza lauree né chissà quali obiettivi. Oggi tutti sognano una vita impossibile, vuoi per le mille pubblicità a cui siamo sottoposti ogni giorno e per i mille stimoli che ci troviamo di fronte. Di fronte ad un contesto simile, è IMPOSSIBILE trovare UNA cosa. PER SEMPRE. Semplicemente impossibile. E forse, sarebbe pure da stupidi, non credete?

      L’ho provato sulla mia pelle anche se sono giovane. Ho vissuto la mia infanzia da “analogico”, poi digitale, poi ho cambiato città, poi università, sono stato all’estero e ho fatto tante esperienze. Cosa mi è rimasto? Tutto e niente. Gioie e dolori. E ancora, molti dubbi su un futuro (anche sentimentale) non stabile. Ma mi sono arricchito, quello sì.

      Il problema è che il contesto è completamente nuovo. E’ davvero difficile stabilire “si stava meglio quando si stava peggio”. Bisogna valutare i Pro e i Contro. Di certo io credo che in amore non esiste un metro di misura, o c’è o non c’è. E ad oggi io non lo vedo nemmeno con il binocolo. Vedo solo sesso e divertimento, che oibò, a qualcuno può andare bene anche così.

      • Dead Hans…ti riporto due aneddoti simpatici uno riguarda la mia famiglia e uno quella del mio lui.

        Mia nonna: grande donna che ho amato tanto in vita (e anche ora che non c’è più), quando è morta ho aiutato mia madre a vuotare casa sua…ha avuto 3 figli nel corso della sua vita (uno dietro l’altro).
        Ebbene, abbiamo trovato i suoi diari e corrispondenza che teneva nascosta in un doppio fondo dell’armadio e abbiamo scoperto che il primo figlio lo ha concepito col miglior amico di mio nonno è lo ha nascosto a tutti…è stata l’amante di un uomo sposato (dopo aver scaricato il miglior amico di mio nonno) è poi si è data al multitasking. MIA NONNA, donna con la casa piena di e madonne, è stata una donna che gli uomini in definitiva li ha usati e gettati senza ritegno.

        Mia suocera: venuta a mancare poco, in punto di morte ha detto al mio compagno che quello che credeva suo padre in realtà non lo era, ma che era figlio di un suo collega di lavoro (col quale tradiva il marito).

        Ah si, terzo caso: il mitico zio Antonio. Puttaniere incallito, sposato e che è riuscitona mettere incinta nello stesso periodo la moglie e l’amante.
        Per finire gli ultimi anni della sua vita con una ragazza rumena di 20 anni in meno.

        Gente tutta nata tra il 1935 e 1948. Quindi adesso i casi sono due:

        O sono solo io ad avere casi del genere nell’albergo genealogico oppure l’amore usa e getta (che io intendo amore promiscuo) è sempre esistito.

        Secondo me una voltanle cose venivano nascoste meglio, oggi proprio a causa della tecnologia si viene beccati più facilmente.

      • Mi hai lasciato di stucco, beh non so che dire.
        Sarà che io vengo da una famiglia profondamente cattolica, però dopo anche il racconto di tua Nonna con madonne qua e là non saprei davvero cosa dire.

        Però bada bene che io non mi limitavo alle “scappatelle” e ai tradimenti, che quelle si, probabilmente c’erano e ci saranno sempre. Io parlavo proprio della fragilità della relazioni affettive di oggi, che si cambiano in continuazione e per me ciò è dovuto in gran parte alla diffusione dei social network che ha permesso molte più possibilità e come diceva Eli qui sotto “possibilità di scrematura, convenienza”. Ovvero: questo mi piace di più, questo di meno, questo ha i miei interessi, questo è ricco, questo no, ecc… ecc…

        Tutte queste persone in vetrina prima o poi verranno acquistate al miglior offerente, che sostituirà il vecchio prodotto con quello nuovo.

        Ed è qui secondo me il vero problema Mau. Perchè se prima nelle “scappatelle” c’era solo sesso & trasgressione, qui le cose in gioco sono i sentimenti delle persone si rompono bruscamente e davvero non si ha più una direzione chiara. Parlo anche per esperienza personale.

  5. “Si stava meglio quando si stava peggio”. probabilmente questa tua frase racchiude in se tutta la discussione sull’argomento. Chi come me è sui 40 si trova perfettamente in linea con il tuo pensiero. Mio figlio, attualmente 17 anni, la pensa esattamente al contrario. Apparteniamo al tempo che viviamo, credo che le relazioni del futuro saranno sempre più brevi, dettate dal bisogno del momento, pronte ad essere scalzate di fronte ad una novità. Non ci sarà nemmeno più bisogno di giustificarsi, se un amore finisce …finisce e basta.
    Stiamo cambiando radicalmente i nostri costumi ed il nostro modo di vivere e c’è ne rendiamo conto solo quando ci soffermiamo a ragionarci su, come se questa società non dia più tempo per spunti interessanti, ci si ritrova sempre a dire le stesse banalità.
    vedo come vive mio figlio e come vivo io. Sono io che sto entrando nel suo mondo tecnologico, quello che ho vissuto sta lentamente scomparendo, è difficile quindi portarlo dalla mia parte, anche se lo sto educando (spero nella giusta maniera) nell’utilizzo della tecnologia e dei social.

    Ma la tecnologia di per se può avere molti aspetti positivi.
    Ad esempio un sito come questo lo trovo davvero interessante. Lo trovo utile, ci sono persone vere, è difficile trovare banalità, alcune storie possono essere pure divertenti o buffe ma io ho la scelta di commentare o meno. Posso dire la mia, posso dire anche una stronzata ma lo faccio a fin di bene.
    Molte persone si trovano a vivere situazioni drammatiche e non sanno a chi rivolgersi. Allora benvenuto a siti nel quale si possa trovare una parola di conforto e di aiuto.

    • Bravo.Ottima disamina.
      Io ho sessant’anni, un figlio di 29 ed uno di 9; credo che tocchi a noi adeguarci ai tempi che evolvono. Fino a qualche anno addietro ritenevo di essere più in linea e di condividere i valori e le esperienze di mia nonna che era del 1897, piuttosto che sentirmi in sintonia coi ventenni. Ma è chiaro che la tecnologica trasforma anche l’adulto e l’anziano, sempreché si lasci coinvolgere, e riesca a gestirla; ci sono ottantenni che padroneggiano benissimo il mezzo informatico .Quindi non dovremmo temere l’evoluzione, peraltro irreversibile, ma utilizzarne al meglio gli strumenti , in modo assennato e razionale .

  6. Come non darti ragione? Bè la vuoi sapere l’ultim?. L’altro giorno mio figlio (18) anni) ha litigato con il padre. Perché direte voi? Bè il mio ex marito ha postato la foto del figlio che suona la chitarra sul suo fb dicendo che quel giorno il ragazzoi compiva 18 anni. Ovvio che lo ha fatto per farsi bello davanti a tutti quelli che lo seguono. I commenti erano tutti del genere: che bel figlio che hai, come suona bene (ma che ne sanno come suona? Era solo una foto mica una registrazione!), tanti auguri al figlio e al padre ecc. Ora mio marito voleva che mio figlio ringraziasse i suoi amici per gli auguri ricevuti. Mio figlio ha risposto che non se la sentiva, primo perché quelli non li conosceva e poi perché il suo fb può essere visto solo dagli amici, e non dagli amici degli amici. Quindi inutile ringraziare non lo avrebbero visto. Tra l’altro mio marito non ha fatto gli auguri al sul diario del figlio, ma sul suo fb. Ma farglieli di persona, dirgli che gli vuole bene senza farlo in vetrina davanti a tutti, non si può fare?
    Ecco questo è quello cui andiamo incontro. Una vita virtuale non una reale. Per fortuna mio figlio forse ha più sale in zucca di mio marito, ma vi ho raccontato questa cosa per farvi capire di quanto sia terribile vivere attraverso i social. Uno va al bagno e lo scrive su un social e tutti a mettere mi piace. Oggi è morta una persona cara (ma lo devi scrivere per forza su fb?) e ti mettono “mi piace”. Mi piace? Ma ti piace che è morta? Ci si lascia per sms, vieni bloccato quando non ti vogliono più sentire. E alla faccia della comunicazione e di tutto questo parlare oggi, perchè in realtà si parla meno di ieri, cioè si parla ma solo di cavolate, le cose serie no. Su quelle sei bloccato.
    Non si ha rispetto per nessuno, tutto deve essere pubblico. I panni sporchi si lavano in famiglia? Bè è un proverbio ormai obsoleto. I panni sporchi da oggi si lavano su tutti social.
    Senza contare che oggi ci si conosce, si convive, ci si sposa si fanno figli e si divorzia su Istragram, o su FB. E noi saremmo l’uomo sapiens? Io credo siamo regrediti e penso sia più consono riferirci a noi come homo demens

    • Secondo la mia opinione i punti fondamentali sono due l uso delle nuove tecnologie e l intelligenza delle persine che la usano. Troppe persone usano tali strumenti solo per apparire, poiché il mondo attuale purtroppo mette l’apparenza primo posto. Sono persone sole che per “esistere” hanno bisogno dell’ approvazione degli altri. Mi sono ritrovata anch’io a scrivere su questo forum in due occasioni. Ero e sono disperata, raccontare la mia storia ad estranei e sentire punti di vista diversi aiuta a riflettere e a non sentirsi così disperatamente soli in certi momenti. Dipende sempre dall Uso che ne fai delle tecnologie, ma sono le persone che fanno la differenza

  7. Rado però il mio discorso era un filino più ampio.
    Non mi preme tanto analizzare cosa sia l’amore per ciascuno di noi, ma riguarda più che altro l’aspetto sociologico che consegue da questa dipendenza dalla tecnologia.
    In termini pratici, ti sembra sano notare che passiamo quasi tutti gran parte del giorno a smanettare con il cellulare? Con lo sguardo sempre rivolto allo schermo del telefono?
    E non ti sembra che questa dipendenza stia influenzando in modo negativo i rapporti sociali tra le persone?
    Se 15 anni fa mi beccavano sul lavoro a smanettare con il cellulare mi facevano un mazzo così. Oggi lo fa anche il mio capo…
    Ma questa non la ritengo una conquista, bensì è’ solo una schiavitù.
    Non voglio dire che sono contrario al cellulare o al web, sarebbe un paradosso visto che sto usando proprio questi mezzi per scrivere qui.
    Però questo mondo social-centrico non mi piace e non ci vedo prospettive future allettanti. E non mi piace nemmeno la parola social abbinata a qualcosa di virtuale…quello si che è un paradosso pazzesco!

    • Ti dirò ,per me è solo un tipo di socialità diversa e non esclude il contatto umano a priori . Esempi banali : io e la mia combriccola usavamo facebook per organizzare le partite di calcetto e tengo buona mia mamma, che da brava donna del sud è sempre preoccupata del mio essere pericolosamente normo peso, con un semplice messaggio su UOZZAPP!
      C’è molta più libertà di espressione, ognuno può dir la sua e per quanto questo porti ad un proliferare di stronzate, va ammesso che vengono condivise, grazie, fra gli altri, ai social, un sacco di idee valide, creatività e merda divertente . Il problema è scremare il superfluo. In sostanza un uso consapevole dei mezzi che ci sono messi a disposizione è assolutamente lecito. E’ un discorso molto di superficie ma riassume un po’ il mio pensiero

  8. Concordo con te JJ BAD. La vita moderna di oggi ci sta distruggendo tutti. Mi ricordo ancora quando avevo 16/17 anni, iniziano finalmente ad uscire con gli amici anche alla sera, in moto, non si sapeva dove andavamo e cosa stavamo facendo. Ci si sentiva chiamandosi a casa e non con i fantomatici sms e whatsapp. I genitori ti vedevano quando rincasavi e non prima. Non sapevano dove fossi e se volevo raccontavo quel che volevo. Bei tempi!! Ora non puoi fare più nulla, tutti vogliono sapere dove sei, cosa fai, con chi sei. E finimondo se una volta tieni il telefono spento!! mah, che schifo!

  9. Risposta breve: considerato che dell ‘”ammore” non me ne frega na mazza, no , nemmeno, considerato che non so proprio cosa sia e che non mi interessa saperlo (conclusione a cui sono giunto dopo anni di tentativi andati a ramengo) trovo siti come questo uno spasso. A volte leggo cose improponibili e mi faccio una risata, altre, per quel che ne capisco, tento di rendermi utile. Na parola di conforto, pure da ‘n estraneo, ci sta tutta. Per il resto né tu né io ci possiamo fare molto: i tempi son questi e tocca adattarsi e rimango sempre dell’idea che si stava peggio quando si stava peggio.

  10. Incredibile. Parlavo di questo proprio oggi con degli amici… io mi sono cancellata da facebook un anno fa. Tengo instagram solo per condividere (poche) foto dei viaggi che faccio, e comunque mai in tempo reale, cioè non viaggio con il cellulare in mano per condividere in zero secondi dove sono e cosa faccio. Non un selfie, non una mia foto, nulla. Sono stata lasciata nel peggiore dei modi, non sto a raccontare i dettagli, ma tra le colpe che mi sono state addossate c’era: “non hai mai pubblicato foto nostre dei nostri momenti felici”. Giuro non è uno scherzo. Stavamo insieme da 6 anni di cui 3 di convivenza quindi si presume che lui un minimo mi conoscesse. Magari doveva saperlo che se io sto bene e sono felice non ho bisogno di condividerlo sui social, ma mi basta esserlo dentro di me. Quindi credo di capire molto bene ciò di cui stai parlando… della superficialità dei rapporti di oggi. E secondo me andremo sempre più peggiorando purtroppo…

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