Potrebbe durare una relazione a tre?

Salve, ho 51 anni e sono sposato da 15 anni, non ho figli. Da quattro anni ho avuto una relazione con una mia collega, una donna che oggi ha 48 anni, sposata e due figli, uno di 20 e l’altra di 14. La nostra relazione ha quasi subito preso una piega affettiva molto intensa, ci siamo dichiarati amore ed è andato a gonfie vele per tutti i quattro anni. Ci vedevamo tutti i giorni al lavoro e poi eravamo diventati tanto bravi che riuscivamo ad incontrarci almeno due volte a settimana per fare l’amore. Qualche altra volta riuscivamo a farlo anche in ufficio intrattenendoci dopo l’orario di lavoro. Stavamo anche tanto tempo al telefono: ore ed ore di conversazione senza mai annoiarci. Approfittavamo di tutti i momenti possibili per sentirci e stare insieme come meglio si poteva (al telefono e quando possibile anche fisicamente)
Un rapporto perfetto, una intesa ed una compatibilità ai massimi livelli.
Solo ogni tanto a lei venivano dei sensi di colpa e qualche crisi, che di solito lei stessa superava nel giro di qualche giorno. Da premettere che lei il marito non lo ha mai amato e non lo ama tutt’oggi: da lui non si è mai sentita compresa. Nonostante ciò lei stessa ha deciso di dare un taglio alla nostra storia.
Due anni fa è andata dalla psicologa, non per via della nostra relazione, ma per altri problemi legati alla famiglia del marito e al rapporto col marito stesso, solo che più si andava avanti con le sedute di psicoterapia più lei entrava in contrasto con se stessa: invece di venire fuori si è chiusa a guscio.

Lentamente i sensi di colpa hanno avuto la meglio e lei ha maturato la scelta, molto sofferta, di lasciarmi definitivamente.  Diceva di sentirsi sporca e manifestava il disagio di dover mentire continuamente.
Però all’inizio della nostra relazione e quasi per tutta la durata della stessa, lei era la prima ad essere convinta di continuare su questa strada, cioè di voler continuare a stare con il marito e contemporaneamente con me, diceva che non mi avrebbe lasciato mai, che io le davo ciò di cui lei aveva bisogno. Il “rapporto a tre” le andava benissimo.
Nemmeno io le ho fatto mai discorsi sulla possibilità di eventuali separazioni e di voler pianificare un futuro insieme come “coppia ufficiale”.
Stavamo bene così e lei stessa era la prima a dirmi quanto ne era felice!
La crisi definitiva si è manifestata a luglio e lei (da luglio ad oggi) ha fatto il “via-vai” dalla mia vita, un po mi ha chiesto di non vederci e non sentirci, poi si è rifatta viva (ed abbiamo anche fatto l’amore), poi ha messo di nuovo distanza, successivamente è tornata chiedendomi di starle vicino “come amico”. In tutto questo periodo è stata male e sta male anche oggi. Da sempre (per colpa di una emicrania) prende psicofarmaci e li prende tutt’oggi, non li ha mai mollato, anzi in quest’ultimo periodo li ha aumentati.
E’ tornata dalla psicologa, dopo anche dal neurologo e alla fine è andata in chiesa e si è rivolta a una guida spirituale. E’ in una situazione di grande disagio.
Nonostante ciò continua a non amare suo marito. Tutte queste cose me le ha dette lei personalmente qualche giorno fa.
Quando la incontro noto il suo disagio, si vede lontano un miglio quanto sta male. Sono certo di essere ancora nei suoi pensieri: quando mi ha lasciato mi ha detto che mi amerà per sempre. Siamo stati un periodo distanti al punto di non salutarci nemmeno e lei c’è stata male, tanto male da venire da me e chiedermi “un minimo di rapporto, anche un semplice saluto”.  Al momento stiamo così, se ci incontriamo per i corridoi (visto che lavoriamo nello stesso posto) ci salutiamo. Nessun altro tipo di contatto.
L’unica cosa che desidero è che lei torna. Tuttavia non so se questo si potrà mai più avverare, anche se do atto che stiamo tutti e due molto male.

Grazie a tutti. Attendo con ansia i Vostri consigli ed i Vostri pareri

da: Alieno_64

4 Commenti

  1. Ciao Alieno, non mi stupisce come sta agendo la tua amante. Sposata, due figli grandi, così come te, e non vuole far saltare tutto all’aria.
    E’ infelice così? Probabilmente, ma forse lo sarebbe di più sentendosi responsabile di aver rotto ben due famiglie.
    Se poi il rispetto della coppia debba manifestarsi con la comunicazione, perché non hai confessato a tua moglie il tradimento?
    Tu consideri le due situazioni scollegate e non capisco come sia possibile.
    Rimproveri alla tua amante di non avere il coraggio delle sue scelte, quando tu per primo non lasci una moglie che tradisci e lo farai solo se l’altra sarà disponibile. Ma anche in questo caso tu vivresti nell’infelicità di stare con una persona che non ami…

  2. Più che una relazione a tre mi sembra una relazione a 4, solo che in questa tua narrazione non c’è nessun cenno a tua moglie. Forse è un’attrice non protagonista di questa storia. Visto che nemmeno accenni alla sua presenza e che la tradisci da tempo deduco che anche tu non sia affatto innamorato di lei.
    Almeno la tua amante, pur non amando il marito (come dici tu) si fa mille problemi di coscienza, ne soffre, sa che mentire gli fa male. All’opposto tu sembri fregartene di tua moglie.
    Detto questo non riesco a consigliarti su come fare tornare la tua amante da te, mi sento di dirti che dovresti avere più rispetto nei confronti della persona che hai sposato

    • Kati@ mia moglie è davvero non protagonista… soprattutto nella mia vita. Ma è una situazione a se…
      Credo che il rispetto nella coppia debba innanzitutto manifestarsi anche e soprattutto nella comunicazione.
      Ho considerato l.ipotesi di lasciare mia moglie a prescindere dal rapporto con la mia ”amante”

      Ma ripeto io la considero un altra situazione.

    • Kati@, grazie intanto per avermi risposto. Volevo aggiungere un altra cosa: alla mia amante non senti di dire niente, in considerazione del fatto che ha preferito la perenne infelicità pur di far valere un principio?
      Grazie di nuovo

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